Coniglio all’ischitana: a Ischia fai il bis!

ottobre 31, 2012 at 9:38 am

Capita spesso che di una stessa pietanza esistano più ricette. È questo il caso del coniglio all’ischitana. E già, anche in una ristretta area geografica, com’è Ischia, sono nate diverse versioni di una stessa specialità. Ischia è da sempre conosciuta per essere un piccolo angolo di paradiso nel Mar Mediterraneo, ma se volete scatenare l’inferno prendete una signora della parte est e una della parte ovest dell’isola e chiedete loro come si prepara il coniglio all’ischiatana.

Niente paura: non ci sarà alcun lancio di piatti; la gente quaggiù è pacifica e, con molta probabilità, quello che ricaverete da una domanda simile sarà un doppio invito a cena. La “signora Est” vi proporrà la sua variante, e la “signora Ovest” risponderà con la sua.

Decidere per un vincitore sarà dura, perché le ischitane sono rinomate per essere tutte regine della cucina. E nel caso di questa portata in particolare, ognuna si appella alla tradizione tramandata di madre in madre.

Erbe sì o erbe no… this is the question

Le due principali varianti del coniglio all’ischiatana si differenziano tra loro per l’uso delle erbette: a occidente la ricetta prevede l’uso di timo e maggiorana; a oriente, nel pentolone è ammesso solo il prezzemolo. Se siete esperti gourmet, intenditori dell’uso di erbe e spezie in cucina, già potete immaginare i due risultati. Da una parte avremo un piatto più saporito, dall’altra uno che si fa apprezzare più per le caratteristiche della carne che per il suo condimento.

Se vi piacciono le sfide, provate a decretare il migliore. Ci hanno già provato molti ospiti dell’Hotel Europa Ischia e, finora, pochi hanno saputo esprimersi a favore dell’una o dell’altra ricetta. Che dire? Mai disputa fu così golosa… Quel che possiamo garantirvi è che se assaggerete il coniglio all’ischiatana qui da noi troverete tutto il sapore della tradizione, perché la nostra cucina è specializzata in piatti tipici e perché amiamo il vero turismo gastronomico.

A parte la diatriba sulle erbe, per cucinare il coniglio all’ischiatana vige un’altra regola: si cucina nella “tiana”, un recipiente di terracotta tipico della zona. Che non si parli di coniglio all’ischiatana se non è preparato nella tiana! O le cuoche di Ischia potrebbero veramente arrabbiarsi.

Una valigia speciale…

ottobre 28, 2012 at 5:10 pm

Estate del ‘56. L’albergo, o meglio la pensioncina, aveva aperto i battenti da poco più di 1 anno grazie all’impegno di mio padre, Nino, mio zio, Tonino, venuto purtroppo a mancare qualche anno fa, e nostro nonno Antonio.

Un ristorantino con annesse poche camere, tutto qui. All’epoca si chiamava ancora “All’Aranceto”, vista l’abbondanza di questi agrumi nella nostra zona.
Di fronte l’attuale ingresso infatti si estendeva una campagna quasi immacolata, attraversata soltanto da una viuzza che ospitava ogni tanto qualche calesse diretto a Ischia Ponte. Quant’era ancora lontana Via Antonio Sogliuzzo…

Un bel giorno passa un signore molto distinto annunciando l’imminente arrivo di una famosissima attrice americana che avrebbe alloggiato proprio qui!
Era giunta sull’isola verde nientemeno che Liz Taylor per girare, nella baia di Cartaromana, alcune scene del film “Cleopatra”.

Papà, allora un giovanotto ventenne, l’accompagnò in camera (molto semplici come lo era del resto lo stile di vita a quei tempi…) portando un grosso valigione.


Ad un certo punto però, forse per l’emozione, inciampò, ops, facendo cadere la valigia che si aprì rovesciando il suo contenuto per terra…Papà non credette ai propri occhi vedendo al suo interno decine e decine di scarpe luccicanti!!!

Istintivamente si guardò le ciabatte che aveva ai piedi, quelle che si calzavano il lunedì, il martedì…la domenica e anche quando arrivavano ospiti illustri.
Erano un bene prezioso e come tale dovevano durare, durare, durare…
Erano anche altri tempi.

Ischia Ponte: tradizione e innovazione in uno scenario paradisiaco

ottobre 26, 2012 at 4:01 pm

Ischia Ponte e Forio d’Ischia sono i due centri più importanti dell’isola per la loro storia secolare ricchissima dal punto di vista storico. E’ da uno dei monumenti storici più rilevanti dell’isola, il Castello Aragonese, che si può scorgere Ischia Ponte, separata dal resto dell’isola da un piccolo ponte ed anticamente chiamata Borgo di Celsa per la cospicua presenza di gelsi.

Anticamente, prima della costruzione del porto, Ischia era considerata un’unica e fiorente cittadina e solo sotto Alfonso d’Aragona essa venne divisa. Ogni turista che decide di visitare la splendida isola di Ischia non può non soffermarsi in questa oasi paradisiaca rappresentata dalla celeberrima spiaggia di Cartaromana, con spettacolari scogli neri di origine vulcanica e  con terme naturali in piccole conche non esposte alla corrente del mare.

Ischia Ponte è un luogo ricco di storia, di  mistero e fascino che risale addirittura al periodo in cui erano i greci ad occupare l’isola e si pensa che si sia originata circa 350000 anni fa con un’esplosione vulcanica. Nel borgo, e finanche sul Castello Aragonese, vennero impiantati subito dei vigneti, per la terra fertile della zona e divenne un luogo abitato prevalentemente da contadini e pescatori. Ricco centro dell’isola già nel XVIII secolo, Ischia Ponte conserva ancora oggi l’aspetto caratteristico di un piccolo borgo con palazzi signorili, vicoli stretti che conducono a piccole chiese, ancora oggi inestimabile patrimonio culturale italiano.

La Cattedrale dell’Assunta fu costruita nel 1301, poi ristrutturata dopo il bombardamento inglese, e decorata con bellissimi affreschi della scuola di Giotto.

Mèta anche dei sub, per la ricchezza della fauna marina che si trova nella baia di Cartaromana, Ischia Ponte è ancora oggi ricca di vita. Pare che sotto la baia ci sia stato un florido insediamento romano tra il I secolo a.C e il IV secolo d.C, oggi completamente sommerso e chiamato Aenaria, probabilmente dal nome del leggendario Enea o da Aenum (metallo), ipotesi avvalorata dal ritrovamento di utensili metallici nelle acque della Baia.

Sempre nei pressi di Cartaromana è situata la Torre del Guevara, chiamata anche Torre di Michelangelo per il soggiorno che l’artista fece ad Ischia vivendo proprio nella Torre, per soggiornare accanto a Vittoria Colonna che dimorava nel Castello Aragonese, poco distante. La torre, nata come fortificazione dell’isola ad opera di Alfonso d’Aragona, fu costruita da Don Giovanni di Guevara o da Don Francesco de Guevara, governatore dell’isola fino al 1400.

Ma Ischia Ponte non è solo bellezza naturale e storia millenaria: sono tantissimi i negozi del centro che vendono prodotti tipici, oggetti di artigianato locale e non mancano eventi folkloristici di grande rilievo come la festa a mare agli scogli di Sant’Anna con il relativo Palio, un evento in programma il 26 luglio che promuove l’arte e la tradizione.

Il nostro Hotel Europa, a due passi dal Castello Aragonese, dista solo 200 mt. dalla spiaggia dei Pescatori ed è la soluzione ideale per visitare Ischia in totale liberta con lunghe e deliziose passeggiate nei luoghi più belli dell’isola.

Inoltre, per gli amanti del cinema, non si può non partecipare all’Ischia Film Festival, una manifestazione cinematografica dedicato alle location del cinema in programma durante la prima decade di luglio.

Un ringraziamento particolare per il meraviglioso contributo fotografico:
Peter www.pbase.com/isolaverde/root
Giorgio Di Iorio http://giorgiodiioriophoto.blogspot.it/

Dove abita il dio Nettuno? Alla scoperta del suo regno

ottobre 16, 2012 at 5:12 pm

Conoscerete senz’altro il mitologico dio Nettuno, signore dei mari e acerrimo nemico dell’eroe omerico Ulisse. Ma sapete dove si trova la sua reggia? La scoprirete nel golfo di Napoli, nelle acque che bagnano l’Arcipelago Flegreo.

L’isola di Ischia è uno dei “giardini” del meraviglioso Regno di Nettuno, l’Area Marina Protetta che bacia anche Procida e Vivara. Chi si avventura alla scoperta di questo regno, potrebbe avere l’impressione che da un momento all’altro possa emergere dalle acque Poseidone, tanto è divina la bellezza delle coste e dei fondali.

Come in ogni regno che si rispetti, ci sono aree in cui i visitatori possono muoversi liberamente, e altre interdette agli ospiti, un po’ come lo sono le stanze del re. Ma guardiamo assieme cosa vi aspetta alla corte di Nettuno.

In rotta verso la perla del Mediterraneo
Il mar Mediterraneo per i viaggiatori di ogni tempo è sempre stato un “oceano” di meraviglie. Noi lo immaginiamo come una collana di pietre preziose, e guardiamo al Regno di Nettuno come alla perla più luminosa. Non tarderete a vederlo con i nostri stessi occhi, una volta scoperti i suoi splendori.

Nel Regno di Nettuno, qualsiasi rotta si scelga, la meta sarà sempre uno spettacolo. La natura marina che abita queste acque rappresenta l’intero patrimonio faunistico mediterraneo. Con le visite guidate e le immersioni subacquee, ogni visitatore scopre il Mediterraneo “riprodotto” in un fazzoletto di mare.

Ischia, un porto divino nel Regno di Nettuno
Nel Regno di Nettuno, poi, sono fioriti dei porti edenici: Ischia è uno di questi. Con le sue spiagge, la natura smeraldina, le sue grotte marine Ischia è un’isola divina, degna d’essere abbracciata da questo Regno.

Cosa aspettate a navigare verso questi tesori? Noi dell’Hotel Europa Ischia non vediamo l’ora di ospitare nuovi appassionati viaggiatori. Proprio come voi.

Benessere e terme: La Fonte delle Ninfe Nitrodi

ottobre 16, 2012 at 4:42 pm

La leggenda racconta che le Ninfe erano bellissime giovani vergini che nascevano nell’Olimpo, ma a differenza degli Dei amavano vivere sulla terra con gli umani con i quali spesso si univano in matrimonio.

Come le Dee erano adorate ma non pubblicamente per non offendere le signore dell’Olimpo.

Ogni ninfa aveva un luogo di provenienza che le appellava in gruppi, Nereide abitanti del mare, Driadi delle foreste, Oreadi delle montagne…

Vi racconto la leggenda secondo la quale nacque la Fonte delle Terme Nitrodi a Ischia.

In un periodo lontanissimo una pestilenza aveva colpito gli Ischitani, la sibilla profetizzò che solo le acque pure della zona Barano potevano salvarli ma occorreva l’intercessione di una ninfa.

Una giovane donna un po’ sbarazzina decise di approfittare della profezia, s’inoltrò nei recessi delle acque per raccogliere nitro e zolfo e somministrarlo agli abitanti…

Fu scoperta e per punizione pietrificata, dal suo corpo allora sgorgò la fonte che prese il nome di Nitrodi grazie alla presenza curativa dei due elementi (nitro e zolfo).

Le terme sono collocate poco distante a dove alloggiavo io, infatti, ero ospite dell’Hotel Europa. Saputo della leggenda, ho chiesto consiglio al personale per raggiungere il sito.

Inutile dire che la gentilezza è stata enorme e le informazioni dettagliate.

Il cammino è impervio, la fonte è collocata fra Barano e Bonaparte, la linea di autobus, però è fruibile nelle vicinanze dell’Hotel.

Arrivato in loco, il mezzo si è fermato in un parcheggio molto grande, dal quale inizialmente non scorgevo nulla, poi incominciai a intuire…

La fonte è posta in un anfratto al quale si accede percorrendo ponticcioli e terrazze scavati nella roccia dove inoltre trovano posto piccoli gruppi di lettini per asciugarsi dopo il bagno.

Fra alberi di ogni specie, sempreverdi, mirtilli, pesco e i classici fichidindia della macchia mediterranea si arriva all’acqua.

Pura, cristallina e molto benefica, se devo dare retta alle molte leggende che gli isolani raccontano sulla fonte, non è difficile credere a ciò che si vede, gli abitanti del luogo godono di ottima salute, sono allegri e solari e onestamente, conto di tornarci presto, non so come e perché ma i miei “doloretti” ne hanno tratto enorme beneficio.

Pertanto porgo un omaggioso saluto alle Ninfe, a Ischia, e un arrivederci a presto!

Vincenzo

L’autunno Ischitano

ottobre 13, 2012 at 3:50 pm

Per molti l’autunno s’identifica con un senso di malinconia e tristezza, gli alberi sono nudi, l’inverno si avvicina, ma è anche la stagione che ha portato via il calore di un sole cocente, l’estate bella, colorata, profumata ma stressante.

Finalmente possiamo riprendere i nostri spazi, il nostro tempo, il nostro mondo interiore. Con più calma, osserviamo la natura intorno a noi che vibra ancora piena di vita, e sentiamo il bisogno di esplorare i sentieri, montagne, boschi di querce e castagni.

Per chi ama le passeggiate all’aria aperta, l’isola, nonostante i suoi limiti fisici, appare come un continente da scoprire. L’entroterra ci porta in una dimensione che non è caotica e snervante come la città, ma è intima, privata e riposante.

Dalla metà di settembre in poi, si attende con ansia la pioggia, si ascoltano le previsioni dei vecchi contadini e marinai che calcolano il momento giusto per scalare la montagna.

Già, gli amanti della raccolta di funghi e castagne aspettano…

Gli Ischitani sono maestri in quest’arte e attendono i visitatori affezionati che in autunno non perdono l’occasione di tornare nell’isola per concedersi anche un solo fine settimana a contatto con la particolare armonia che si crea nell’isola.

Il clima è ancora piacevolmente caldo, il mare una distesa tranquilla e invitante che concede di fare ulteriori bagni.

Il tempo scorre diversamente, la montagna chiama per donare  “u cap nir” il famoso fungo porcino ischitano.

È un fungo dal gambo corto con il cappello scuro dal profumo inconfondibile, naturalmente bisogna essere degli esperti, se si conoscono bene i funghi, basta un cestino di vimini sotto il braccio e via alla ricerca, chi non è esperto può farsi accompagnare da qualche gentile e disponibile isolano che non si tira certo indietro.

E’ quello che abbiamo fatto noi, un’esperienza che ci mancava, anche perché poi, la cucina dell’Hotel Europa, di cui eravamo ospiti, ci ha preparato delle ottime tagliatelle condite con il frutto del nostro “duro lavoro”, il tutto annaffiato dal vino locale e accompagnato da prelibatezze varie di stagione.

Abbiamo trovato anche il tempo di concederci una pausa termale

L’hotel resta aperto fino al 3 novembre, quindi sicuramente un altro week-end riusciamo a organizzarlo, vogliamo assolutamente tornarci.

Ciao a tutti da “quelli che… l’autunno è bello”

Grazie Peter per le foto – www.pbase.com/isolaverde

Le Case di Pietra un patrimonio unico di Ischia

ottobre 4, 2012 at 7:03 pm

La storia d’Ischia è un susseguirsi di collegamenti storici e fisici, ciò che può apparire indipendente dalla volontà umana in realtà è il risultato del connubio fra i doni della natura e l’abilità amanuense degli antichi Ischitani.

Le antichissime “case di pietra” sono ancora un vivo esempio di tale associazione.

In alcuni punti strategici dell’isola è possibile ammirare e visitare queste costruzioni scavate nel tufo con tanta pazienza dagli antichi contadini di qualche secolo fa.

Si narra che le case siano il risultato di un paziente lavoro eseguito su dei grossi massi franati dal Monte Epomeo.

Il tufo è una roccia dura, stabile e nello stesso tempo facile da lavorare, richiede impegno e forza ma alla fine premia con risultati sorprendenti.

Le prime testimonianze risalgono al 1300 circa, quando nell’assoluta povertà alcuni contadini decisero di spostarsi in collina per avviare un nuovo tipo di coltivazione, la vite.

Il territorio era impervio, spoglio e desolato, spiccavano però i grossi massi di tufo.

Con tanta pazienza e duro lavoro uomini e donne dell’epoca riuscirono a scavare e modellare abitazioni, stalle e capanni per gli attrezzi.

Costruzioni che hanno resistito a secoli d’intemperie, che hanno fornito asilo agli abitanti fino a diventare “case”.

Oggi, quelle meglio conservate mandano in visibilio gli estimatori del genere minimalista, è incredibile notare le stanze, i focolai, le piccole nicchie che fungevano da dispensa.

Non si può villeggiare a Ischia senza inserire una passeggiata alla scoperta delle “case di tufo”.

Trovandomi ospite dell’Hotel Europa, sentii per caso una conversazione fra uno dei proprietari e un altro ospite che aveva visitato i luoghi, naturalmente la mia curiosità ebbe la meglio e dopo accurate spiegazioni decisi di avventurarmi.

Non so esprimere la gentilezza di Sandro e Raffaele, la sollecitudine con la quale mi hanno fornito dettagli e percorsi, informazioni utilissime sulle scorciatoie e i punti più belli dove fermarmi…

Ancora ho negli occhi la casa di Montecorvo con i suoi terrazzamenti a degradare che raggiungono la Fattoria Milone.

La Pietra dell’Acqua, simbolo dell’ingegno umano, una vasca enorme che serviva a raccogliere l’acqua per irrigare i campi, oltre a essere un punto strategico di osservazione in caso di “visite” sgradite.

Ne ho visitate parecchie e ognuna mi ha lasciato un pensiero, una riflessione e per questo ringrazio ancora tutto il personale dell’albergo per avermi aiutato in questa scoperta!

Se altri ospiti, come me hanno ricordi e impressioni, possono inviare i loro post, sarebbe bello confrontare le comuni esperienze.

Ringrazio nuovamente l’Hotel Europa che mi permette di pubblicare sul suo blog la mia esperienza.

Nicolina