Benessere e terme: La Fonte delle Ninfe Nitrodi

ottobre 16, 2012 at 4:42 pm

La leggenda racconta che le Ninfe erano bellissime giovani vergini che nascevano nell’Olimpo, ma a differenza degli Dei amavano vivere sulla terra con gli umani con i quali spesso si univano in matrimonio.

Come le Dee erano adorate ma non pubblicamente per non offendere le signore dell’Olimpo.

Ogni ninfa aveva un luogo di provenienza che le appellava in gruppi, Nereide abitanti del mare, Driadi delle foreste, Oreadi delle montagne…

Vi racconto la leggenda secondo la quale nacque la Fonte delle Terme Nitrodi a Ischia.

In un periodo lontanissimo una pestilenza aveva colpito gli Ischitani, la sibilla profetizzò che solo le acque pure della zona Barano potevano salvarli ma occorreva l’intercessione di una ninfa.

Una giovane donna un po’ sbarazzina decise di approfittare della profezia, s’inoltrò nei recessi delle acque per raccogliere nitro e zolfo e somministrarlo agli abitanti…

Fu scoperta e per punizione pietrificata, dal suo corpo allora sgorgò la fonte che prese il nome di Nitrodi grazie alla presenza curativa dei due elementi (nitro e zolfo).

Le terme sono collocate poco distante a dove alloggiavo io, infatti, ero ospite dell’Hotel Europa. Saputo della leggenda, ho chiesto consiglio al personale per raggiungere il sito.

Inutile dire che la gentilezza è stata enorme e le informazioni dettagliate.

Il cammino è impervio, la fonte è collocata fra Barano e Bonaparte, la linea di autobus, però è fruibile nelle vicinanze dell’Hotel.

Arrivato in loco, il mezzo si è fermato in un parcheggio molto grande, dal quale inizialmente non scorgevo nulla, poi incominciai a intuire…

La fonte è posta in un anfratto al quale si accede percorrendo ponticcioli e terrazze scavati nella roccia dove inoltre trovano posto piccoli gruppi di lettini per asciugarsi dopo il bagno.

Fra alberi di ogni specie, sempreverdi, mirtilli, pesco e i classici fichidindia della macchia mediterranea si arriva all’acqua.

Pura, cristallina e molto benefica, se devo dare retta alle molte leggende che gli isolani raccontano sulla fonte, non è difficile credere a ciò che si vede, gli abitanti del luogo godono di ottima salute, sono allegri e solari e onestamente, conto di tornarci presto, non so come e perché ma i miei “doloretti” ne hanno tratto enorme beneficio.

Pertanto porgo un omaggioso saluto alle Ninfe, a Ischia, e un arrivederci a presto!

Vincenzo

L’autunno Ischitano

ottobre 13, 2012 at 3:50 pm

Per molti l’autunno s’identifica con un senso di malinconia e tristezza, gli alberi sono nudi, l’inverno si avvicina, ma è anche la stagione che ha portato via il calore di un sole cocente, l’estate bella, colorata, profumata ma stressante.

Finalmente possiamo riprendere i nostri spazi, il nostro tempo, il nostro mondo interiore. Con più calma, osserviamo la natura intorno a noi che vibra ancora piena di vita, e sentiamo il bisogno di esplorare i sentieri, montagne, boschi di querce e castagni.

Per chi ama le passeggiate all’aria aperta, l’isola, nonostante i suoi limiti fisici, appare come un continente da scoprire. L’entroterra ci porta in una dimensione che non è caotica e snervante come la città, ma è intima, privata e riposante.

Dalla metà di settembre in poi, si attende con ansia la pioggia, si ascoltano le previsioni dei vecchi contadini e marinai che calcolano il momento giusto per scalare la montagna.

Già, gli amanti della raccolta di funghi e castagne aspettano…

Gli Ischitani sono maestri in quest’arte e attendono i visitatori affezionati che in autunno non perdono l’occasione di tornare nell’isola per concedersi anche un solo fine settimana a contatto con la particolare armonia che si crea nell’isola.

Il clima è ancora piacevolmente caldo, il mare una distesa tranquilla e invitante che concede di fare ulteriori bagni.

Il tempo scorre diversamente, la montagna chiama per donare  “u cap nir” il famoso fungo porcino ischitano.

È un fungo dal gambo corto con il cappello scuro dal profumo inconfondibile, naturalmente bisogna essere degli esperti, se si conoscono bene i funghi, basta un cestino di vimini sotto il braccio e via alla ricerca, chi non è esperto può farsi accompagnare da qualche gentile e disponibile isolano che non si tira certo indietro.

E’ quello che abbiamo fatto noi, un’esperienza che ci mancava, anche perché poi, la cucina dell’Hotel Europa, di cui eravamo ospiti, ci ha preparato delle ottime tagliatelle condite con il frutto del nostro “duro lavoro”, il tutto annaffiato dal vino locale e accompagnato da prelibatezze varie di stagione.

Abbiamo trovato anche il tempo di concederci una pausa termale

L’hotel resta aperto fino al 3 novembre, quindi sicuramente un altro week-end riusciamo a organizzarlo, vogliamo assolutamente tornarci.

Ciao a tutti da “quelli che… l’autunno è bello”

Grazie Peter per le foto – www.pbase.com/isolaverde

Le Case di Pietra un patrimonio unico di Ischia

ottobre 4, 2012 at 7:03 pm

La storia d’Ischia è un susseguirsi di collegamenti storici e fisici, ciò che può apparire indipendente dalla volontà umana in realtà è il risultato del connubio fra i doni della natura e l’abilità amanuense degli antichi Ischitani.

Le antichissime “case di pietra” sono ancora un vivo esempio di tale associazione.

In alcuni punti strategici dell’isola è possibile ammirare e visitare queste costruzioni scavate nel tufo con tanta pazienza dagli antichi contadini di qualche secolo fa.

Si narra che le case siano il risultato di un paziente lavoro eseguito su dei grossi massi franati dal Monte Epomeo.

Il tufo è una roccia dura, stabile e nello stesso tempo facile da lavorare, richiede impegno e forza ma alla fine premia con risultati sorprendenti.

Le prime testimonianze risalgono al 1300 circa, quando nell’assoluta povertà alcuni contadini decisero di spostarsi in collina per avviare un nuovo tipo di coltivazione, la vite.

Il territorio era impervio, spoglio e desolato, spiccavano però i grossi massi di tufo.

Con tanta pazienza e duro lavoro uomini e donne dell’epoca riuscirono a scavare e modellare abitazioni, stalle e capanni per gli attrezzi.

Costruzioni che hanno resistito a secoli d’intemperie, che hanno fornito asilo agli abitanti fino a diventare “case”.

Oggi, quelle meglio conservate mandano in visibilio gli estimatori del genere minimalista, è incredibile notare le stanze, i focolai, le piccole nicchie che fungevano da dispensa.

Non si può villeggiare a Ischia senza inserire una passeggiata alla scoperta delle “case di tufo”.

Trovandomi ospite dell’Hotel Europa, sentii per caso una conversazione fra uno dei proprietari e un altro ospite che aveva visitato i luoghi, naturalmente la mia curiosità ebbe la meglio e dopo accurate spiegazioni decisi di avventurarmi.

Non so esprimere la gentilezza di Sandro e Raffaele, la sollecitudine con la quale mi hanno fornito dettagli e percorsi, informazioni utilissime sulle scorciatoie e i punti più belli dove fermarmi…

Ancora ho negli occhi la casa di Montecorvo con i suoi terrazzamenti a degradare che raggiungono la Fattoria Milone.

La Pietra dell’Acqua, simbolo dell’ingegno umano, una vasca enorme che serviva a raccogliere l’acqua per irrigare i campi, oltre a essere un punto strategico di osservazione in caso di “visite” sgradite.

Ne ho visitate parecchie e ognuna mi ha lasciato un pensiero, una riflessione e per questo ringrazio ancora tutto il personale dell’albergo per avermi aiutato in questa scoperta!

Se altri ospiti, come me hanno ricordi e impressioni, possono inviare i loro post, sarebbe bello confrontare le comuni esperienze.

Ringrazio nuovamente l’Hotel Europa che mi permette di pubblicare sul suo blog la mia esperienza.

Nicolina

Una festa di colori e profumi: la vendemmia Ischitana

settembre 21, 2012 at 5:10 pm

Sono due gli argomenti sui quali è perfettamente inutile tentare di avere la meglio con un italiano:

calcio e vino, soprattutto se di produzione locale!

Ne sanno qualcosa gli ischitani, maestri nella coltivazione di vigneti che forniscono uve pregiate e variegate per la produzione di diversi tipi di vini dal gusto inconfondibile.

E’ risaputo che i tralicci esposti al sole perenne e profumati dall’acqua salmastra producono uve dall’aroma particolare che non si trovano da nessun’altra parte.

L’isola vanta una tradizione millenaria, come dimostrano le aziende vinicole del territorio, che curano con passione e dedizione i loro vigneti al fine di realizzare prodotti ad hoc.

L’uva Forastera o uva dell’Isola ha origini ignote, si presume che intorno al 1800 fu appunto un “forestiero” a introdurla e da allora è sempre stata prodotta.

La Biancolella, molto succosa e dal sapore neutro entra nella creazione di vini altamente selezionati.

Il Piedirosso o Per’è Palummo Passito è un’uva rossa, profumata e tendente al dolce con un gradevole retrogusto tanninico. Con cotanta produzione, la vendemmia Ischitana è un avvenimento che non esclude nessuno, una festa di profumi, colori e sapori.

Le aziende produttrici sono famose e aperte al pubblico. Fra queste, le Cantine Mazzella che raccolgono l’uva e la pigiano secondo l’antica tradizione, tutto a mano senza nessun ausilio tecnologico, pigiando l’uva come si faceva una volta.

Casa D’Ambra ha i suoi vigneti in località Frassitelli e le cantine alle pendici del Monte Epomeo, uno scenario irreale che ben si sposa con la degustazione dei suoi vini.

Le Cantine Pietratorcia, invece, puntano molto sull’aiuto di tecnologia all’avanguardia per limitare la produzione e dar vita a un prodotto di alto profilo e competitivo a livello internazionale.

Tutte le aziende e anche i privati, ogni anno ringraziano Bacco, per la sua benevolenza, con un antico rito che inizia all’alba, con la raccolta a mano e successivo trasporto, a spalle, fino alle macine, segue la spremitura fino a quando finalmente fuoriesce il mosto!

In quest’occasione, i fortunati ospiti dell’Hotel Europa godranno di un privilegio in più, oltre alla degustazione a cena dei vini novelli e d’annata, potranno partecipare a una gita a Serrara Fontana, per visitare un vigneto famoso quanto antico, con accesso alle cantine. Saranno i proprietari dell’Hotel Europa a fare da ciceroni e anfitrioni per fare gustare agli ospiti un pranzo tipico annaffiato dal migliore succo d’uva dell’isola.

Grazie Peter per le foto – www.pbase.com/isolaverde/recisch

I Giardini La Mortella: fantasia o realtà?

settembre 12, 2012 at 4:48 pm

Ci sono luoghi nel mondo che non hanno nulla di terreno, riconducibile al periodo d’inquinamento e devastazione della tecnologia moderna, eppure esistono aree, protette gelosamente dove anche l’essere più scettico non può fare a meno di confrontarsi con la realtà millenaria della natura.

La nostra meravigliosa isola custodisce un angolo di eden fortemente voluto e creato da un sogno di Lady Walton. Nel 1956 ella chiamò in aiuto uno dei più famosi architetti del paesaggio dell’epoca, Russell Page, e, insieme crearono un giardino (anche se è riduttivo definirlo così) che coprisse una vasta area del comune di Forio dove i Walton vivevano.

I giardini La Mortella hanno richiesto più di 50 anni di cure e amore per diventare ciò che oggi sono e offrire uno spettacolo di ineguagliabile e commovente bellezza.

A valle, il percorso si svolge fra piante tropicali provenienti da tutto il mondo, dalla Cina fu importato il Ginkgo Biloba che troneggia e accoglie i visitatori fornendo ombra fresca per permettere di ammirare le felci arboree e tutte le piante da fiore che incatenano lo sguardo nel contrasto di colori creato. In quest’area due fontane primeggiano in bellezza, la prima con 8 lati, creata nel 1982 in occasione dell’ottantesimo compleanno di Sir Walton, e la seconda che pare sorgere spontanea da un laghetto abitato da ninfee che danzano leggiadre sullo specchio d’acqua. Il percorso lentamente conduce in collina verso il giardino delle Aloe, svariate specie di questa prodigiosa pianta originaria dell’Africa, che si mostrano intricate e inaccessibili come alcuni aspetti della loro terra d’origine. Qui trova collocazione il Tempio del Sole al cui interno vivono innumerevoli specie di piante che leggenda vuole, siano protette da “Latona, madre di Apollo”.

Passeggiando immersi nella natura magica de La Mortella, il tempo perde senso, la mente vaga mentre lo sguardo assimila luci e colori, aspettando quasi di vedere comparire creature eteree e leggendarie che non appartengono alla terra…

Il profumo dei fiori esotici, dell’erba e del mare si confonde inebriando i sensi in modo commovente, fino a quando si giunge al Teatro Greco, talmente incastonato fra le rocce e i cespugli che non sembra un vero teatro; invece è lì dove si svolgono concerti e spettacoli di alto profilo, fra rose e felci.

Dal 31 marzo al 4 novembre, periodo in cui il giardino è aperto alle visite, è un susseguirsi di serate culturali e distensive. E’ possibile consultare il calendario degli avvenimenti presso l’Hotel Europa, che sarà felice di ospitarvi e consigliarvi i momenti da non perdere.

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Le spiagge: un contorno perfetto per un’isola tutta da scoprire

settembre 5, 2012 at 3:24 pm

Le spiagge di Ischia sono moltissime e costeggiano l’isola quasi ad incastonarla, come un vero e proprio gioiello. Ischia, isola vulcanica dal paesaggio particolarmente suggestivo, mostra la sua natura più particolare proprio attraverso le meravigliose scogliere e le sue spiagge che si distinguono l’una dall’altra per particolarità e bellezza.

La spiaggia dei Maronti: è la spiaggia più grande dell’isola, con i suoi 3 chilometri viene compresa tra il comune di Serrara Fontana e il comune di Barano. Ricca di locali attrezzati, è rinomata in tutto il mondo per le sue fumarole, (in cui un vulcanesimo secondario rende la sabbia bollente con emissione di gas sia dal mare che dal sottosuolo). Spesso la spiaggia dei Maronti viene utilizzata per praticare vari sport nautici ed ha un mare di media profondità; è esposta al grecale, allo scirocco e al maestrale.

La spiaggia di San Montano: nella suggestiva cornice della Baia di San Montano, nasce la splendida spiaggia omonima, a Lacco Ameno. Per la particolare natura della vegetazione, è una delle spiagge più particolari di Ischia, ha un fondale molto basso adatto in particolar modo ai bimbi con una sabbia così fine da avvicinarsi a quella delle spiagge tropicali. E’ una spiaggia esposta al maestrale.

Spiaggia del Lido: situata ad Ischia Porto, si trova la spiaggia del Lido, quasi tutta occupata da attrezzatissimi stabilimenti balneari. La spiaggia, esposta al maestrale, ha acque di media profondità ed è affollata molto spesso da turisti per i tantissimi localini che si trovano nei dintorni.

Spiaggia dei Pescatori: all’ingresso dell’antico Borgo di Ischia Ponte è situata la spiaggia dei Pescatori, così chiamata perché un tempo frequentata esclusivamente dai pescatori dell’isola. L’Hotel Europa è situato a soli 200 metri da questa incantevole spiaggia dalla sabbia fine, e offre sconti vantaggiosi agli ospiti che vorranno passarci giornate rilassanti.

Spiaggia di Cartaromana: nella Baia di Cartaromana è situata l’omonima spiaggetta, nei pressi degli scogli di S.Anna e del Castello Aragonese. La spiaggia, che si trova nell’area archeologica marina dell’isola, è raggiungibile a piedi tramite un sentiero di circa 700 metri oppure con i taxi boat che partono da Ischia Porto e Ischia Ponte. La zona è particolarmente amata dai sub, per la presenza di varietà di pesci rari e di posidonia oceanica.

Spiaggia di Citara: nella splendida Forio, la spiaggia della Chiaia offre un panorama unico ed è possibile godere di una spettacolare veduta del tramonto.


Spiaggia di Cava dell’Isola: sempre a Forio si trova la spiaggia di Cava, ritrovo per molti giovani. E’ adatta ai bimbi per la scarsa profondità dell’acqua ed è baciata dal sole tutto il giorno.

Spiaggia degli Inglesi: tra Ischia Porto e Casamicciola, nella zona di S.Alessandro, è situata la spiaggia degli Inglesi, un piccolo tratto di spiaggia dalla sabbia molto fine, raggiungibile via terra da una piccola stradina, mentre via mare è raggiungibile con i taxi boat. Meno affollata delle altre spiagge, per la sua posizione meno esposta al sole, è ideale per chi non è amante della confusione.

Spiaggia di Sant’Angelo: qui ci si arriva solo a piedi; è una spiaggia davvero caratteristica, poiché collega la costa con l’antico edificio vulcanico del promontorio di Sant’Angelo. Adiacente alla piazza dell’omonimo borgo, è ricca di ristorantini, bar e negozietti caratteristici.


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Il Castello Aragonese

agosto 30, 2012 at 3:46 pm

Il Castello Aragonese, parte della storia dell’isola di Ischia, è ancora oggi una delle attrattive culturali più famose di Ischia, non solo per la sua origine ma anche per la particolarissima posizione in cui si trova, su un piccolo isolotto nato da un’eruzione sinattica di circa 300.000 anni fa. Il castello, collegato ad Ischia Ponte da un piccolo pontile, è situato a pochi passi dall’Hotel Europa ed è di antichissima fattura.

Fu costruito, infatti, nel 474 a.C, da Gerone di Siracusa (da cui deriva un altro nome dato al castello, Castel Gerone o Castello Geronda) ed è stato residenza di moltissime autorità politiche e religiose dell’isola che cercavano un luogo sicuro e panoramico per difendersi dai nemici. Dopo la caduta dell’impero romano, la fortezza subì sfortunatamente molti attacchi da Vandali, Visigoti, Arabi e Normanni fin quando Alfonso d’Aragona, nel 1441, visitando il sito, se ne innamorò e lo trasformò in un castello in cui visse con Lucrezia d’Alagno.

Tuttavia il castello è conosciuto, ancora oggi, per esser stato luogo di ritrovo dei più grandi artisti e letterati italiani. Quando nel 1509, Ferrante D’Avalos sposò Vittoria Colonna, la prima poetessa italiana, al castello sopraggiunsero, negli anni a seguire, Michelangelo Buonarroti, Bernardo Tasso, Iacopo Sannazzaro, Ludovico Ariosto, Annibale Caro l’Aretino e tantissimi altri ospiti illustri che la famosa Vittoria ospitava a palazzo.  Dopo un periodo di grande fasto e splendore, con la morte di Alfonso d’Avalos, nel 1546, il castello subì altre trasformazioni ed ospitò chiese, parrocchie e conventi fino a quando, nel 1890, non divenne di demanio pubblico.  Fu acquistato dall’avvocato Nicola Mattera, nel 1912, ancora oggi proprietario dell’edificio.

Attualmente il castello, dopo bombardamenti e saccheggi, ha conservato solo in parte la struttura originaria. Non è più presente la cattedrale che ospitò il matrimonio di Vittoria Colonna e Alfonso d’Avalos, oggi spazio semiaperto adibito a manifestazioni e concerti, ma si può ancora visitare la cripta sottostante la cattedrale, composta da sette piccole cappelle delle più importanti famiglie gentilizie dell’epoca, con affreschi e stucchi di grande pregio. Da visitare, per la sua incantevole bellezza, è la Chiesa dell’Immacolata, risalente al 1737 e voluta dalla badessa Lanfreschi ed oggi sede di moltissime mostre di pittura e scultura.

Mèta turistica di grandi pittori tra cui Picasso, Dalì e De Chirico, che amavano esporre le loro opere in una cornice suggestiva come quella del castello, oggi ospita iniziative pubbliche e private di grande rilievo. In cima allo scoglio su cui sorge il Castello, c’è il Maschio, una residenza voluta da Alfonso d’Aragona, oggi non aperta al pubblico, sotto cui è situata la splendida terrazza panoramica degli ulivi, che consente ai turisti di scorgere un panorama unico: è possibile vedere, infatti, lo squarcio che va dalla penisola sorrentina fino al golfo di Gaeta.

Nel periodo estivo (1 aprile- 15 ottobre) è visitabile dalle ore 9 alle 19 con ingresso a persona di 10 euro.

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Pernotta all’Hotel Europa per i festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce

agosto 24, 2012 at 4:08 pm

Era il 15 agosto del 1654, una nobildonna, Laura Gargiulo era uscita dal suo palazzo per passeggiare un po’ nel borgo d’Ischia. Improvvisamente fu colta da un malore e soccorsa da una gentile massaia del popolo, fu così che Carlo Gaetano Calosirto, invece di nascere fra le mura della sua ricca dimora, nacque invece in una piccola stanza popolare. Forse un segno del fato, indicativo della via che Egli avrebbe percorso durante la vita.

La famiglia, molto religiosa fu la culla del suo spirito e già quindicenne fu introdotto ai misteri della fede nel convento di Santa Maria al Monte a Napoli, con il nome di Giovan Giuseppe della Croce.

Lo spirito umile e devoto e le piaghe di Napoli creano in lui la necessità di servire il popolo, egli si prodiga, cercando personalmente i poveri li coinvolge nella preghiera e li nutre materialmente.

Nel corso della vita compie molti miracoli, non volutamente, pare che la sua sofferenza spirituale, di fronte alle miserie dell’umanità producesse guarigioni, profezie, lievitazioni e anche una resurrezione.

Il 5 marzo del 1734, con la sua morte terrena, Napoli si veste a lutto per rendere onore a colui che visse con e per il popolo.

Ischia onora San Giovan della Croce in molti modi, in quanto Santo Patrono dell’isola.

I primi 7 giorni di settembre sono dedicati completamente a Lui  e la città d’Ischia Ponte diventa un fermento di luci e colori, messe e celebrazioni per culminare in una processione con le reliquie di San Giovan Giuseppe della Croce.

I pellegrini che accorrono da tutta Italia, trovano accoglienza e personale di squisita disponibilità presso L’Hotel  Europa Ischia, collocato proprio al centro della zona dei festeggiamenti, è il luogo ideale per conciliare qualche giorno di relax con il pellegrinaggio per il Santo Patrono.

Da qui, appena usciti dall’Hotel qualunque direzione prendiate a poche decine di metri, troverete i luoghi di maggior prestigio del posto. Fra questi il Santuario di San Giovan Giuseppe della Croce, dal quale il parroco don Carlo prega e si rivolge ai fedeli.

I festeggiamenti avranno inizio giovedì 30 agosto e termineranno martedì 4 settembre, con la S. Messa alle ore 9.00 e la reposizione della statua del Santo Patrono.

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Il Principe di Cavascura

agosto 22, 2012 at 3:57 pm

Da tempo desideravo scrivere della mia isola meravigliosa. Volevo scrivere una storia d’amore che avesse i profumi, i sapori che voi conoscete bene.

Prima del Principe di Cavascura scrivevo poesie, testi di cabaret, che come sapete recitavo negli alberghi d’estate ai turisti. Da anni una maestra delle elementari, a Testaccio mi invitava a recitare la mia poesia della vendemmia, che tra l’altro è nel piccolo romanzo che conoscete.

Da lì mi è venuta naturale la convinzione di poter scrivere una storia in controtendenza, come scrive Gianni Mura nella sua presentazione al mio Principe di Cavascura, una storia pulita, e senza cattivi. Per fare questo ho scritto solo quando avevo desiderio, quando ero molto ispirato. Ne è venuto il romanzo che voi sapete. Fresco, sincero, pieno di amore e di amicizia.
Potrebbe sembrare una storia di rimpianti, invece vorrei che fosse un romanzo pieno di prospettive, su quello che desidero diventi, pur guardando alle cose semplici di una volta, la nostra isola. Ho voluto parlare di Raffaele e del vostro albergo per quello che rappresentano nel turismo isolano.

Tradizione, accoglienza, amicizia, apertura verso nuove esperienze, nuovi popoli, restando saldamente ancorati alla forza della semplicità.
Mi sento per questo onorato di avervi rappresentato nel mio piccolo romanzo.
Con affetto
Angelo Conte

Il Monte Epomeo e le sue meraviglie

agosto 10, 2012 at 5:15 pm

Epomeo, un nome strano e originale, l’etimologia non è certa, ma, sia risalga all’antico greco o dal latino il significato è simile: guardare, mirare o guardarsi intorno. In effetti, lo scopo ultimo è proprio quello, arrivare in cima e lasciarsi ammaliare dalla veduta.

Se siete ospiti dell’Hotel Europa, ad appena 300 metri di distanza trovate Piazza degli Eroi, da lì partono diverse navette e bus, fra questi la linea CD che vi porta al punto di ritrovo per iniziare la passeggiata.

Si parte da Fontana, una piccola frazione di Serrara-Fontana, la scelta è fra una piacevole camminata a piedi o a dorso di un asinello, in qualsiasi modo si decida di salire, lo spettacolo è sorprendente, coltivazioni curatissime e ordinate si mischiano gradevolmente con la natura ancora selvaggia.

Pare di tornare indietro nel tempo, ad ogni passo la “civiltà” si allontana i rumori si affievoliscono e resta solo il vostro respiro che fa eco ai suoni della natura. Con calma, lentamente chiunque può affrontare la salita facendo trekking, dal luogo di partenza alla cima sono previsti 20 minuti di totale immersione in un delizioso eden incontaminato. Stretti sentieri scavati nella roccia e resi praticabili da migliaia e migliaia di passeggiate avvenuti nel corso dei secoli hanno lasciato un impronta indelebile, nel totale silenzio si possono udire in sottofondo le risate cristalline degli antenati del luogo. Mentre si procede dalla contrada Bocca di Serra la strada piano piano si allarga e si incomincia a scorgere tutto ciò che sta intorno, fino a quando arrivati al Belvedere Fatebenefratelli la veduta lascia esterrefatti, è un tripudio di colori, forme e volatili di ogni specie che aleggiano in aria…

Poi, tutto di un tratto il panorama cambia, un’immersione nella magia del bosco dei Frassitelli annulla il tempo e lo spazio, fiori, massi lavici, erbe rigogliose colpiscono l’immaginazione lasciandovi senza fiato.

Non è ancora finita, non avrete il tempo di riprendervi perché vi troverete davanti alla cima, la Pietra dell’Acqua, lì si staglia l’Eremo di San Nicola, una costruzione antichissima che trova radici nel lontano Quattrocento, un luogo di culto religioso che nonostante sia stato trasformato in hotel, conserva ancora la struttura originaria che trasmette serenità anche alle anime più tumultuose. L’Eremo è circondato da un belvedere dal quale si ammira tutta l’isola sottostante ed è a quel punto che potrete concedervi un sano e saporito pasto nel ristorante del luogo.

Un ringraziamento per le foto a www.albertoischia.it/blog/