Il Principe di Cavascura
Da tempo desideravo scrivere della mia isola meravigliosa. Volevo scrivere una storia d’amore che avesse i profumi, i sapori che voi conoscete bene.
Prima del Principe di Cavascura scrivevo poesie, testi di cabaret, che come sapete recitavo negli alberghi d’estate ai turisti. Da anni una maestra delle elementari, a Testaccio mi invitava a recitare la mia poesia della vendemmia, che tra l’altro è nel piccolo romanzo che conoscete.
Da lì mi è venuta naturale la convinzione di poter scrivere una storia in controtendenza, come scrive Gianni Mura nella sua presentazione al mio Principe di Cavascura, una storia pulita, e senza cattivi. Per fare questo ho scritto solo quando avevo desiderio, quando ero molto ispirato. Ne è venuto il romanzo che voi sapete. Fresco, sincero, pieno di amore e di amicizia.
Potrebbe sembrare una storia di rimpianti, invece vorrei che fosse un romanzo pieno di prospettive, su quello che desidero diventi, pur guardando alle cose semplici di una volta, la nostra isola. Ho voluto parlare di Raffaele e del vostro albergo per quello che rappresentano nel turismo isolano.
Tradizione, accoglienza, amicizia, apertura verso nuove esperienze, nuovi popoli, restando saldamente ancorati alla forza della semplicità.
Mi sento per questo onorato di avervi rappresentato nel mio piccolo romanzo.
Con affetto
Angelo Conte
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