A Ischia: io, lei e il pancione (sesta e ultima parte)
[prima parte] – [seconda parte] – [terza parte] – [quarta parte] – [quinta parte]
Mancano poche ore alla partenza per il nostro ritorno alla “normalità”. C’è ancora una sera da vivere e poi, domani mattina, il traghetto ci riporterà indietro nel tempo e nello spazio con tutte le seccature e le incombenze che staranno lì ad aspettarci sulla soglia di casa. Solo che questa volta sarà diverso. Sarà molto diverso. Comincerà la discesa che ci porterà a diventare genitori. Non so se sono preparato. Forse non è possibile imparare ad essere preparati per un evento del genere.
Con una piccola Smart presa a nolo andiamo a Sant’Angelo, il pittoresco borgo dei pescatori, dove, se non stai attento, rischi di incontrare cancellieri tedeschi.
Lorena, nonostante un piccolo affaticamento dovuto alle salite e alle discese delle stradine, si butta sullo shopping dei negozietti. Sandali, copricostumi, magliette e “pezze” varie vengono attentamente esaminati e valutati dalla futura mamma.
Sono sempre rimasto affascinato dal grado di concentrazione e dall’apparente gravità degli sguardi delle donne quando sono nei negozi di pezze. E’ lo stesso sguardo severo che rivedi nelle bambine quando scelgono i vestiti per le loro bambole. Quasi fosse una missione “naturale”quella di vestire non solo loro stesse ma il mondo intero. Tenendo rigorosamente ben abbinati i colori secondo una logica che evidentemente non appartiene all’universo maschile.
I ristoranti di Sant’Angelo non sono alla nostra portata. Troppi turisti benestanti hanno reso gli ex pescatori dei ricchi ristoratori, escludendo in questo modo troppi comuni mortali.
Ormai si è fatta sera. Risaliamo con la Smart fino a Serrara Fontana e ci fermiamo ad una pizzeria che ha una bellissima terrazza che affaccia proprio sul Borgo dove eravamo stati fino a poco prima.
Il vento tiepido, i colori del cielo che virano dal rosso al blu della notte e le stelle che si accendono ad una ad una. Le sere d’estate saranno per sempre, a buon diritto, materiale per canzoni e poesie.
Sulla terrazza ci siamo solo noi e un’altra coppia che, probabilmente, ha una decina di anni più di noi. Non si parlano, ma la cosa più evidente è che, pur stando l’uno di fronte all’altra, non si guardano nemmeno.
Lui armeggia uno smartphone e lei un po’ guarda lo strepitoso panorama e un po’ mangia.
Fino ad un istante prima, Lorena ed io, stavamo commentando il panorama e qualche particolare di questo breve soggiorno ischitano. Guardando quella coppia ci zittiamo anche noi per un po’.
E’ ovvio pensare che il pericolo di condividere un percorso di vita con un’altra persona è anche quello. Ed è così che un percorso può diventare una strada solitaria da fare a testa bassa e senza pensare a quello che si perde. E, paradossalmente, penso che nella solitudine ciò che perdiamo per prima è la coscienza del sé, di come siamo e di cosa possiamo essere. Ma sono considerazioni che vengono a galla da questo vinello bianco che ho nel bicchiere.
Ischia ci sta salutando nel miglior modo possibile. Con questa serata meravigliosa e con il lusso dello spazio per pensieri lunghi che in città sembrano impossibili, coperti da chiasso e disordine.
Domani ultima colazione all’Hotel Europa e un arrivederci a tutta la famiglia Buono.
Credo che per ogni buon albergatore la maggior soddisfazione sia questa voglia di ritornare che ci portiamo dentro ad ogni partenza…
… e la prossima volta saremo in tre!
Commenti Recenti