Fine estati
Quando ero ragazzino avevamo una piccola casetta di villeggiatura vicino al mare.
Ero il primo della comitiva di amici ad arrivare lì e l’ultimo ad andarsene, a tornare in città.
Tutto in corrispondenza della chiusura e dell’apertura della scuola.
Quante volte sono stato in spiaggia con il bagnino che chiudeva sdraio e ombrelloni per metterle in deposito.
Vedevo le sedie vuote del bar e la panchina fuori le docce e pensavo a quante risate e quanta vita c’era stata fino a poco prima.
Era un momento molto malinconico ma anche molto bello.
Si apprezzavano cose e situazioni che lì per lì erano sfuggite.
Era importante essere lì a celebrarle.
Quest’anno ho preso le ferie in ufficio nel momento meno probabile.
A metà ottobre. Me l’hanno permesso e io l’ho fatto.
Ovviamente mi poteva andare male e piovere tutto il tempo. E far freddo.
Sinceramente non mi interessava. Volevo staccare e poter riposare senza l’assillo del caos o dell’abbronzatura a tutti i costi.
Sono andato a Ischia in un piccolo albergo a Ischia Ponte: Hotel Europa.
Piccolo ma confortevole e familiare.
Quest’anno luglio è stato traslato ad ottobre quindi mi è andata bene.
Ho fatto bagni ed ho goduto il sole per tutte e due le settimane della mia permanenza.
Non sembrava ottobre, sembrava la fine estate della mia adolescenza.
C’era una sensazione ovunque di imminente fine stagione mista a stupore per un sole ancora generoso quanto discreto.
E’ stato tutto perfetto.
Sulla spiaggia c’erano poche sdraio aperte. Compresa la mia.
Mi stavo godendo il sole che scendeva pigro verso l’orizzonte.
Ad un certo punto passa una famigliola che passeggia sul bagnasciuga.
Papà con figliolo più grande sulle spalle e mamma con piccolo in braccio.
La riconosco. Il mio sogno proibito, inconfessato, da adolescente.
Si gira verso di me ma non sono sicuro che mi abbia riconosciuto.
Le stagioni finiscono solo perché se ne aprano di nuove.
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