A Ischia: io, lei e il pancione (terza parte)
[prima parte] – [seconda parte]
Arriviamo davanti all’ingresso del Hotel Europa.
Il nostro amico tassista ci dà una mano con il bagaglio anche se non ce ne sarebbe bisogno.
Ci salutiamo affettuosamente mentre ci ricorda un’ultima volta che è “a disposizione per qualsiasi cosa”.
Ad accoglierci nella hall c’è Sandro, il padrone di casa, che assieme al fratello gestisce la struttura.
Non è la prima occasione che siamo ospiti dell’Europa ma ogni volta è un po’ come tornare a casa di un amico. Veniamo accolti con calore e anche l’arredamento (tra il demodè e il familiare) contribuisce a rendere piacevole l’esperienza dell’arrivo.
Sandro ci dà una stanza molto graziosa. Fresca e con l’affaccio sulla piscina di acqua termale che è un po’ il baricentro dell’albergo.
Messo a posto qualche bagaglio, esco fuori sul terrazzino.
Qualche grossa nuvola oscura un po’ il sole portando aria fresca e spegnendo temporaneamente i colori accesi dell’estate.
La voglia di mare è tanta. Scendiamo a fare quattro passi e ci dirigiamo verso la vicina Spiaggia dei Pescatori.
Arriviamo lì proprio mentre molti, preoccupati per questi nuvoloni, stanno raccogliendo le loro cose per andarsene. Bè non è che mi dispiaccia molto.
Per me il momento migliore per stare in spiaggia è quell’oretta prima del tramonto.
La gente va via, gli ombrelloni si chiudono e anche il mare sembra riposarsi dopo una giornata di lavoro. Riesci persino a sentire il leggero rumore della risacca sul bagnasciuga. E’ un momento magico, il confine tra il chiassoso giorno e la promettente notte.
Durante le vacanze giovanili rubacchiavo una sdraio e mi mettevo lì dove il mare bagnava i primi centimetri di spiaggia. Guardavo il sole scendere piano piano e assaporavo gli odori che portava la nascente brezza serale.
A ripensarci oggi, da “adulto” e quasi padre di famiglia, penso che quei momenti fossero quanto di più intimo e zen abbia mai provato. Chissà quando è stata l’ultima volta che l’ho fatto. Chissà cosa ne è rimasto, a parte qualche sensazione.
Però mi piacerebbe tantissimo se mio figlio potesse provare delle sensazioni del genere. La costruzione di un uomo è fatta anche di questi numerosi e invisibili mattoncini.
Dalla Spiaggia dei Pescatori si gode una vista privilegiata sul Castello Aragonese, simbolo di Ischia.
E’ un po’ come farsi il bagno nella scena di un monumento naturalistico e storico. Quanti altri posti nel mondo sono così? Non è ho idea ma dal modo in cui la gente tutta intorno prende il sole (che va e viene in continuazione) e si immerge distratta, penso che ci si abitui fin troppo in fretta alla bellezza.
Lorena si siede al riparo dalle folate di vento su un asciugamano steso vicino ad un muretto.
Io provo a mettere almeno i piedi in acqua e mi rendo conto subito che non ce la farò mai a immergermi completamente. Troppo fresca.
Il contatto con l’acqua è però piacevole, rigenerante. I bambini si tuffano e giocano quasi senza accorgersi della temperatura che si è fatta poco estiva.
Ben presto il sole va via ed anche noi decidiamo che è il momento di tornare in stanza per prepararci per la sera.
[fine terza parte]
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